Quale fosse l’originaria struttura architettonica delle tre Chiese parrocchiali non ci è dato sapere.
Di esse conosciamo però la precisa descrizione lasciataci dal vescovo Comparini nel 1599 che prendiamo come punto di riferimento, per individuare le trasformazioni in esse apportate nel corso di questi ultimi quattro secoli.
Dalla descrizione della Chiesa di Sant'Angelo, si deduce che l’abside è rimasta grossomodo identica mentre ha subito una completa trasformazione tutto il resto.
L’ubicazione della sacrestia, alla quale si ascendeva con pochi gradini dopo essere passati per una porta vicino l’altare maggiore, è chiaramente identificabile con quei locali oggi adibiti a deposito di materiale della parrocchia.
Del resto dell’edificio sorretto da due colonne, di cui abbiamo ancora le basi all’esterno dello stesso, e da due porte, una maggiore e l’altra minore, non è rimasto pressoché niente, perché la Chiesa subì numerose profonde trasformazioni di cui l’ultima con la decorazione Nobili Facie per volontà del Cardinale Colonna nel 1624 da come si legge scolpito nella pietra sul portale.
Non si conoscono i motivi, ma è certo che i Colonna hanno voluto legare strettamente il loro nome alla Chiesa di Sant’Angelo e più propriamente al Patrono di Vallecorsa S.Michele Arcangelo.
Nel 1542, infatti, concessero benefici ai “Signori di Festa” per l’apparizione di San Michele e nel 1624 ristrutturarono la già esistente Chiesa del Patrono ampliandola longitudinalmente e decorandola nella cupola di numerosi e meravigliosi affreschi del Monaceloli; rovinati dall’ultima guerra e definitivamente cancellati da un’affrettata esigenza di ricostruzione.
La Chiesa è al centro del paese, ha davanti a sé la “piazza” tradizionale, che ne fa risaltare la sua armoniosa bellezza ed eleganza di stile.
Oggi la facciata, benché nelle grandi linee conservi la struttura dell’antica, tuttavia non raggiunge, nell’insieme, i pregi di quella, tutta in travertino, fatta costruire con magnificenza e grandiosità dal Card. Colonna; poggia su quattro grandi massi di pietra lavorata, da cui si stagliano quattro colonne, coronate da capitelli di ordine dorico; nel centro si apre un’icona, con una scritta: Arcangelorum Principi Devotus Populus, trovata incisa su una pietra durante alcuni lavori di restauro, quindi la statua del Santo Patrono che impugna nella mano destra la spada, mentre la sinistra tende verso il popolo, come per assicurare da sempre a fedeli e intero paese: Io vi proteggo. La statua fu collocata durante i festeggiamenti del 29 Settembre 1900 in sostituzione di un dipinto, collocato a sua volta in sostituzione dell’originaria statua in pietra.
Un ampio cornicione in travertino la percorre in lunghezza, da dove s’innalzano quattro colonne più piccole con nel centro un finestrone, sormontato da un’artistica conchiglia con il messaggio dell’Arcangelo Quis ut Deus e quindi a caratteri cubitali la dicitura: In Onore Di San Michele Arcangelo Protettore Principale Di Vallecorsa.
Un timpano ad arco a tutto sesto, con due grandi pilastri in pietra scalpellata alle estremità danno tono e degna corona al sacro edificio.
Alla sinistra di chi guarda è il campanile, terminante a piramide, racchiuso da un’inferriata da dove si ammira tutta la parte alta del paese e l’estensione della sua pianura; contiene tre campane ben armonizzate nella quantia maggiore, di cui quella centrale chiamata “la michelina” una delle più grandi campane della diocesi, che si destreggiano nei giorni di festa per il loro particolare e tradizionale scampanio in un concerto soave e melodioso.
Non poteva mancare il pubblico orologio con la parte alta un castello in ferro con due campanelle, che richiamano ogni quarto di ora l’antico adagio ruti hora.
Il tutto porge un colpo d’occhio ammirevole a chi si accinge ad entrare nella piazza, tanto che nel liber consiliorum 3° anno della comunità, 19 Aprile, è scritto: ……è detta chiesa sita in piazza et è decoro di questa terra.
All’interno della Chiesa vi si accede per una comoda gradinata che ha nel centro lo stemma di Vallecorsa: tre torri ed un cuore, simboli di bontà e fortezza.
La Chiesa è ad una sola navata con volta a botte da cui emana un senso di spaziale grandiosità, ed appaga lo sguardo in ogni suo punto.
Il presbiterio, sebbene di stile diverso dal corpo della Chiesa (e ciò spiega l’epoca diversa di costruzione) è ampio ed imponente, sovrastato da un’ampia cupola decorata da quattro dipinti che raffigurano i quatto Evangelisti; se non di ottima fattura, sono però molto decorosi, incorniciati da frondosi e lussureggianti rami di alloro, a stucco.
Il tempio è di prevalente stile gotico, come la struttura base delle sacre mura.
Nello sfondo, troneggia imponente la statua del Santo Patrono, entro una nicchia che pur nella semplicità della costruzione, è adornata di marmi pregevoli.
La Chiesa fu solennemente consacrata il 3 maggio 1648 da mons. Pietro Pinto, vescovo di Fondi, e in un bassorilievo posto al lato destro dell’ingresso, vi si legge: templum hoc, quod religionis pietas, beato michaeli archangelo, protectori, sacravit inclyto, ipse consacravit.