La tradizione dell’8 maggio rivestiva i caratteri della straordinarietà, particolarmente per la grande fiera che durava otto giorni. Il Pubblico Consiglio eleggeva due “Signori della fiera”, che avevano compiti di tutto rilievo. Nominavano i “Grascieri”, incaricati di fissare i prezzi dei commestibili, nominavano i “Custodi” delle porte del paese, di cui tenevano presso di se le chiavi, come veri sovrani della comunità’ durante la fiera.
Negli otto giorni del loro incarico svolgevano anche funzioni di giudici baronali, tanto nelle cause civili che criminali; la giurisdizione del Governatore veniva praticamente a cessare.
La festa poi era resa più clamorosa da corse equestri e giuochi olimpici. In tale occasione, per facilitare l’afflusso del bestiame alla fiera, erano liberalizzati tutti i pascoli riservati, in particolare quelli presso le difese.
Questi privilegi furono concessi dall’Eccellentissimo Principe Colonna nel 1542 dietro richiesta popolare per la forte devozione verso l’Arcangelo.
La “Festa” fu resa Ufficiale nello stesso 1542 a tutto il popolo. Con essa si volle rendere più popolare il culto verso il Santo e farlo vivere in ogni famiglia e in ogni cuore. Non è una memoria convenzionale, come vuole celebrarsi in molti luoghi ma s’impone per particolari eventi nuovi e del tutto eccezionali. Abbraccia il periodo che va dal 16 agosto, all’8 maggio dell’anno successivo, e si divide in tre parti: designazione dei “Signori di Festa”, Domini Nundimarum, fatta dal Consiglio Comunale; invito dei “Signori di Festa” alla popolazione; investitura dei pubblici poteri ai “Signori di Festa”, mediante la consegna delle chiavi e del Gonfalone Municipale.
Aspetti specifici: -- i “Signori di Festa” devono essere due persone stesso grado e stessa posizione sociale scelti dai magistrati della comunità; si consegna loro un quadro di San Michele, segno di speciale favore e fiducia, da tenere nell’abitazione. Il trasporto di detto quadro è seguito da tutto il popolo tra canti, spari di fucili e suono di campane.
-- L’invito di partecipazione deve essere rivolto a tutti i cittadini con la frase:
“San Michele ti invita alla festa!” casa per casa, ed ognuno di essi porta uova, farina, vino, olio … si confezionano dolci, paste, cibarie che vengono distribuiti a ciascuno.
-- Il fatto ancora più significativo: vengono dati ai due cittadini i diritti e i poteri delle Autorità locali.
La tradizione della "Festa", è stato effettuata nel 1952 dalla fam. Sacchetti Agostino e Nardoni Olga di cui si riporta solo un breve cenno di cronaca del tempo:
“Tutto si svolse con ordine e solennità….Vallecorsa tutta vibrata in un solo cuore ….ovunque si presentavano i Signori di Festa con la fatidica frase, una commozione eccezionale, un pianto di tenerezza, un’ovazione di lode all’Arcangelo invadeva gli animi di tutti ….piogge di paste, di fiori, di confetti si riversavano ovunque al loro passaggio ….senza precedenti il concorso di forestieri dai paesi vicini e lontani ….affollatissime le Sacre Funzioni, Confessioni, Comunioni, esercizi di pietà e le serate danzanti nelle piazze …..indescrivibile l’imponente processione con la statua del Patrono l’8 di maggio, con la partecipazione di 27 sacerdoti, di tutte le Confraternite, Associazioni varie, dei cori, delle Autorità civili, militari, Onorevoli e del fastoso corteo del parentado dei Signori di Festa e di una marea di popolo ….il paese tutto pavesato a festa, tra miriadi di lampade elettriche, centinaia e centinaia di palloncini multicolori, suono festoso di campane, spari di bombe presentava un aspetto suggestivo e ammaliante ….e proprio da queste manifestazioni sentite e profonde, il popolo ritrova la forza del suo essere la capacita’ di tornare con gioia e speranza al proprio lavoro e alla lotta della vita sotto la protezione dell’Arcangelo San Michele”.
Il tutto al solo scopo di onorare San Michele che come vuole la leggenda, non mancherà di far sentire il suo compiacimento e la sua partecipazione, magari sotto le vesti di un pescatore come accadde l’ultima volta.
L'ultimo ripristino e rievocazione storica della "Festa" è stato effettuato nel 2009, nell'ambito dei festeggiamenti del 300° anniversario dell'Esposizione alla Pubblica Venerazione del Prodigioso Simulacro di San Michele, ad opera del Comitato Festeggiamenti (Domini Nundinarum) con la valida collaborazione del Comune di Vallecorsa con a capo il Sindaco Michele Antoniani Presidente dei Festeggiamenti del Centenario, come da tradizione, e la Pro-Loco.
Un’altra importante tradizione, entrata nell’animo di ogni vallecorsano, e’ l’offerta di un vitello durante la Messa Solenne del 29 settembre ai piedi della statua di San Michele, a ricordo delle apparizioni dell’Arcangelo sul Monte Gargano.
Il mese di settembre, e’ il mese dedicato da secoli al Santo Protettore.
Il popolo l’ha particolarmente a cuore. Nonostante l’ora incomoda, prima dell’alba, la Chiesa e’ sempre piena, gremita di fedeli, che con tanta fede e fervore partecipa alla Santa Messa e all’ascolto della parola di Dio. Numerosissime le Confessioni, Comunioni; in sostanza è un mese di missione, che prepara in un crescente continuo al 29 settembre, festività dell’Arcangelo. Il mese poi e’ preceduto dal pellegrinaggio al Gargano, la casa madre del culto a San Michele e San Giovanni Rotondo dimora di Padre Pio da Pietralcina.
Indescrivibile la manifestazione popolare con cui i fedeli ormai da circa cinquant’anni il 31 agosto di ogni anno, alla mezzanotte, accolgono i pellegrini di ritorno dal Santuario, si recano in Chiesa, per dare inizio al sacro mese.